Non mentite: quando comprate un libro, una delle prime cose che istintivamente fate è annusarlo. E per i più appassionati di lettura, quante volte avete sentito il bisogno di infilare il naso fra le pagine quel vecchio volume che avevate fra le mani?
La chimica è in grado di spiegarci il perché di questi profumi.
Per i libri più recenti possiamo individuare tre fattori determinanti per questo fenomeno olfattivo: la carta, l’inchiostro e la colla (usata per la rilegatura).
Questi tre costituenti dei volumi sono in grado di sprigionare elementi volatili: concentriamoci sul primo.
In generale, è la composizione chimica della carta che porta alla produzione di “odore del vecchio libro”, che sarebbe un fattore di rilievo per stabilirne l’età e lo stato di conservazione.
La carta contiene, tra gli altri prodotti chimici, cellulosa e piccole quantità di lignina.
La lignina si forma unicamente nelle piante vascolari (caratterizzate dalla presenza di veri tessuti ed organi, sono presenti vasi).
E’ un polimero tridimensionale aromatico, senza configurazione o caratteristiche ben definite, idrofobo e ad elevato peso molecolare.
Deriva da tre monomeri costituiti da alcool aromatici, questi si possono legare in molti modi, a dare una struttura ramificata differente: questo offre una gran possibilità di reattività.
Le specie polimeriche complesse si formano in quanto i monomeri alcolici, sintetizzati nel citoplasma, subiscono – ad opera di enzimi – reazioni di ossidazione/deidrogenazione con formazione di specie radicaliche.
In soldoni, la lignina è la resina appiccicosa dell’albero che viene rimossa dalla polpa di legno durante il processo di fabbricazione della carta.
Essa causa l’ingiallimento delle pagine in quanto soggetta a reazioni di scomposizione in acidi.
Nella carta è contenuta anche cellulosa, un polimero del glucosio, zucchero prodotto dagli organismi vegetali mediante fotosintesi clorofilliana. La cellulosa è insolubile in acqua.
Essa è fondamentalmente una catena di molecole di glucosio; queste catene polimeriche formano fasci molto ordinati, che si possono unire fra loro per dar vita a microfibrille.
Il tempo causa degrado di lignina e cellulosa contenute nella carta, questo provoca l’ingiallimento delle pagine e il rilascio delle componenti chimiche presenti.
Andy Brunning, chimico inglese in pensione, ha svolto recentemente degli studi su questo fenomeno.
Stando allo scienziato, gli aromi liberati sarebbero quelli di vaniglia, benzaldeide (tipica per il suo profumo di mandorla) e odori dolci – emanati dall’etilbenzene e dall’etilesanolo – e floreali. L’odore dei libri, quindi, non è dovuto ad un solo componente, ma ad una miscela complessa di molecole.
Ovviamente un ruolo importante è giocato anche dal luogo in cui il testo viene conservato, infatti esso assorbirà dall’ambiente circostante odori caratteristici: se lasciamo un libro in soffitta, per esempio, questo odorerà di polvere, di chiuso, di antico.
I libri pubblicati ai nostri giorni, essendo prodotti con carta di maggiore qualità, sono meno esposti al degrado del tempo, quindi non sono in grado di produrre lo stesso aroma, la lavorazione più complessa rende difficile la focalizzazione dei responsabili specifici dell’odore.
Nei nuovi tomi troviamo composti come l’etilene vinil acetato (EVA, un copolimero di etilene e acetato di vinile) che funge da adesivo, perossido di idrogeno (la comune “acqua ossigenata”) e alchil chetene dimero sono invece presenti negli inchiostri.
Secondo degli esperimenti sociali eseguiti da due studiosi dello University College di Londra, il campione di londinesi sottoposto al test avrebbe associato l’odore di cioccolato a quello della carta logora.
“Sapevamo che si tende a descrivere gli odori facendo paralleli con cose che ci sono familiari. Ma siamo rimasti sorpresi dal numero di persone che hanno scambiato l’odore dei libri antichi per il profumo del cioccolato e del caffè” spiega a Repubblica Matija Strlic.
“Il caffè e il cioccolato derivano da prodotti che contengono cellulosa e lignina naturale, e hanno molti composti organici volatili (le molecole responsabili dell’odore) in comune con la carta in decomposizione” ha spiegato lo studioso.
Alcune case profumiere hanno tentato di racchiudere in una boccetta questo aroma di libri.
Demeter Fragrance Library Inc, per esempio, si sarebbe ispirato all’odore dolce, con un retrogusto stantio, di un vecchio volume della scrittrice britannica Barbara Pym per creare la sua fragranza Paperback.
“Tome 1” di produzione Zadig e Voltaire invece si rifà all’odore delle antiche biblioteche ricordando la forma di un libro; infine, Amouage ha lanciato sul mercato Library Collection, composta da cinque fragranze.
Anche il profumiere Christopher Brosius ha prodotto una linea di profumi che odorano di libri antichi, dal nome In the Library.
Paper Passion sostiene di aver ricreato l’essenza esatta dei libri appena stampati. Il costo è di 200 $ a bottiglia… qual è l’equivalente di libri acquistabili con questa cifra?
Fonti:
La formula chimica che spiegherebbe il profumo dei libri (vocidicitta.it)
Perché i vecchi libri profumano di cioccolato e caffé | superEva
Perché i libri profumano così bene? – BeScienced
Odore dei libri, la chimica scopre la formula – Lo Sbuffo
Il profumo dei libri è reale: esiste una spiegazione scientifica | DiLei
Cioccolato e caffè: il profumo dei libri antichi – la Repubblica
Immagini:
Perché i libri profumano così bene? – BeScienced
File:P-Coumaryl alcohol.svg – Wikimedia Commons
Alcol coniferilico – Wikipedia