Il nostro corpo è nato e pensato per muoversi ed il movimento è appunto definito dagli studiosi come una delle più importanti funzioni organiche dell’uomo, manifestandosi sia quando ci spostiamo nello spazio (camminando, correndo, andando in bicicletta), sia quando provvediamo ai nostri bisogni essenziali come il mangiare ed il bere.
L’assenza di movimento è definita ipocinesi o sedentarietà e, dal punto di vista statistico, circa 2/3 degli italiani conducono una vita sedentaria.
I benefici di un’attività fisica costante ad intensità moderata e protratta nel tempo sono molteplici:
- sulle ossa, prevenendo l’invecchiamento e l’insorgenza di malattie come l’osteoporosi, rendendo la struttura ossea più elastica e meno fragile;
- Sulle articolazioni, grazie al continuo utilizzo viene prevenuta l’insorgenza di artrite;
- Sul cuore, determinandone un decisivo miglioramento della quantità e della qualità di lavoro che può esplicare, riducendo la frequenza cardiaca a riposo (bradicardia), migliorando la quantità e la qualità delle coronarie che portano il sangue al cuore, aumentandone le dimensioni (ipertrofia) ed andandone a migliorare la capacità contrattile.
- Sul colesterolo, in quanto aumenta la quantità di quello “buono” e riduce quello “cattivo”.
Oltre che dal punto di vista fisico l’attività motoria influisce anche su quello psico-emotivo stimolando l’organismo ad aumentare la produzione di neurotrasmettitori, sostanze atte a veicolare le informazioni fra neuroni attraverso la trasmissione sinaptica.
I principali neurotrasmettitori legati all’attività motoria sono responsabili di diversi effetti quali:
- Serotonina: considerato da molti come l’ormone della felicità, esso stimola inoltre il sonno e la memoria;
- Endorfine: danno sensazione di piacere e calma;
- Ossitocina: stimola i comportamenti pro sociali come altruismo ed empatia, rendendoci più propensi ad avere fiducia in noi e negli altri;
- Dopamina: le sue funzioni sono molteplici in vari ambiti, movimento, apprendimento, attenzione, sonno, ecc.
Problematiche:
La sedentarietà è stata negli anni oggetto di molti studi che ne hanno analizzato le cause e ricondotto alle diverse malattie a cui può portare. È stata ritenuta essere un’importante fattore di obesità che se non curata può portare all’insorgenza di varie malattie come diabete mellito di tipo 2, cardiopatia e, in casi più gravi, depressione. Può causare atrofia muscolare andando così incontro ad un aumento del rischio di danni fisici, può causare una riduzione della funzionalità del sistema immunitario esponendoci di conseguenza ad un aumentata probabilità di infezione da parte di patogeni esterni, e può produrre anche una vera e propria regressione motoria, con progressiva perdita di capacità funzionali.
Oltre a quelle già citate, la sedentarietà può essere un fattore di incremento per altre malattie quali:
- ipertensione;
- Ictus;
- Tumori;
- Sarcopenia;
- Infarto;
- Malattie neurodegenerative come il Parkinson e l’Alzheimer.
Dati Istat:
Per meglio dare un’idea della situazione in Italia, riporterò di seguito delle statistiche realizzate dall’Istat nel 2015:
- 20 milioni, persone (3+ anni) che dichiarano di praticare uno sport: con continuità 24,4%, saltuariamente 9,8%;
- Incidenza dei praticanti sulla popolazione (3+ anni) 34,3%;
- Uomini 29,5%, con continuità 11,7%;
- Donne 19,6%, con continuità 8,1%;
- Pratica sportiva continuativa crescente nel tempo, da 15,9% nel 1995 al 24,5% nel 2015;
- Pratica massima tra 11-14 anni 70,3%, tende a decrescere con l’età;
- Differenze in base al livello di istruzione: laureati 51,4%, diplomati 36,8%, diplomati scuola media o inferiore 21,2%, licenza elementare o mancanza di titoli di studio 7,3%;
- Sport più praticati: ginnastica aerobica, fitness e cultura fisica 25,2% (5 milioni 97 mila persone), calcio 23% (4 milioni 642 mila persone), sport acquatici 21,1% (4 milioni e 265 mila persone);
- Popolazione che non pratica sport ma svolge attività fisica come passeggiate o andare in bicicletta 26,5%;
- Sedentari 39,1% (oltre 23 milioni di persone), aumentano con l’età fino ad arrivare a quasi metà della popolazione di 65 anni e più.
OMS:
L’OMS è l’organizzazione mondiale della sanità istituita dalle Nazioni Unite specializzata in questioni sanitarie, il suo obiettivo è il raggiungimento, da parte di tutte le popolazioni, del più alto livello possibile di salute. Ogni anno stima e calcola, fra le altre cose, l’attività fisica che ogni persona, in base alla propria fascia d’età, deve effettuare per restare in salute.
L’OMS ha calcolato che:
- Bambini e adolescenti (5-17 anni), devono praticare almeno 60 minuti di attività fisica quotidiana di intensità moderata-vigorosa ed esercizi di rafforzamento dell’apparato muscolo-scheletrico almeno tre volte a settimana;
- Adulti (18-64 anni), devono svolgere un minimo di 150 minuti di attività fisica aerobica d’intensità moderata alla settimana altrimenti 75 minuti di attività vigorosa, più esercizi di rafforzamento muscolo-scheletrico almeno due volte a settimana;
Over 65, devono svolgere almeno 150 minuti di attività aerobica moderata alla settimana altrimenti 75 minuti di attività fisica aerobica a intensità vigorosa, inoltre si consiglia di associare anche esercizi di rafforzamento dei maggiori gruppi muscolari due o più volte la settimana nonché attività per migliorare l’equilibrio e prevenire cadute.
Fonti:
- www.istat.it
- www.salute.gov.it
- www.assidai.it/
- Francesco Casolo: Lineamenti di teoria e metodologia del movimento umano.
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